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RECENSIONE DI NICOLA TENANI SULLA RIVISTA  DARKROOM MAGAZINE

 

 

 

 

 

 

Senza vestirci di un manto di sapienza inconsistente, con molta umiltà ma con grande apertura mentale, vi progiamo di nuovo una pagina di neoclassicismo musicale per pianoforte. Protagonista ancora una donna: Linda Maria Bongiovanni, ed è la notizia più bella. Sì, perché anche nell'ambito 'colto' il music-biz ha sue leggi, i suoi eroi (costruiti) e le sue regole, ma riflettete con noi: quanto amore ci può esser per la musica in un simile contesto? Linda Maria Bongiovanni, come la sua collega (e concittadina) Alessandra Celletti, è donna: ciò vuol dire suonare il pianoforte rimanendo tale, quindi riversare sugli ottantotto tasti prima tanto cuore, poi un'indiscussa tecnica. Tanto cuore da subito: " On Ira" ci introduce nel mondo minimale e romantico di Linda, dove fluttuare sospesi è lo status di chi riesce a sintonizzarsi con le sue note come osservando un quadro di Chagall o ascoltando una delicata partitura di Léo Delibes, e la parte francese, in lei apparentemente occulta, quando siede al piano esce con tutta la grazia liberty dell'essere romantico, aggraziato più che dell'impeto prussiano di Schumann. In questi ambiti la vogliamo affiancata ad un progetto a noi caro, Le Triste Sire, che con la musica della Nostra ha tanti punti in comune: innanzitutto la tristezza di fondo, quella del sorriso melanconico fatta per porgere l'amore con quella calcolata maturità che è seduzione nata tra le note e le parole. "...I grandi velieri di un tempo affrontarono tutti i mari, senza mai scoprire quest'isola del Paradiso, Re di tutto l'Universo che vive solo di amore, di frutta, di sole...": tradotta in francese, è una parte intensa del testo della title-track: è il momento in cui la bellezza interiore, l'arte musicale di Linda si esalta con luce totalmente vivida. Nel testo, tra i tasti del piano, nelle nuances iridescenti della voce e nel crine dell'archetto di Alessandra Leardini al violoncello s'infiamma il goticismo romantico, quasi 'architettonico', dei suoni composti. Complementare a "Un Doux Regard", su queste note la musica diventa una flebile salita verso sostanze elegiache pure e sincere. Un sentiero che Linda sceglie per tutte le quattordici tracce di "Les Rêves Poussent Les Voiles" e vi ci trascina puntando sulla fragilità dell'anima, sulla voglia malcelata ed ancora viva nell'umanità di tornare ai valori più innocenti, e non è un caso incontrare una ninna-nanna, "Le Soleil Est Alle Se Coucher", ed i bimbi su queste note trovano il sonno tranquilli perché in cielo arriva la Luna, una mamma cosmica e simbolica pronta a fornire protezione durante l'assenza del padre. In questi termini vince il femminile 'Bongiovanni': l'ancestrale senso lunare di essere donna e madre, sposa e fonte di vita, in questo caso di musica. Il sapore principale dell'album è percepibile in un maliardo e gustoso immaginario da soundtrack gestito benissimo, e su tutte di nuovo "Un Doux Regard" ha un refrain 'cinematografico' adatto ad accompagnare, sposandole, le immagini. In questi ambiti Linda non è novella: immaginate uno scenario meraviglioso e solitario e non sarà difficile accostargli "Voyage" oppure "Nostalgie", di nuovo supportata dal violoncello, brani silenti nella voce ma suadenti nel suono, sempre malinconico, nostalgico, vivo dell'immagine stereotipa ma perfetta di Pierrot che ama, vive ma porta sempre con sé le ferite dell'esistere. Chi non dedicasse mai tempo alle proprie ferite, anche quando col tempo stesso divengono meno amare, non capirà mai il vero sapore della felicità. Linda Maria Bongiovanni ama vivere, e questo sentimento fortemente esistenziale lo trasporta nel comporre: "Les Rêves Poussent Les Voiles" è un debutto, ma di lusso, e l'artista nata a Casablanca (spazio nell'album anche a due ottime contaminate performance: "La Danse Du Matin Sur Le Sable Mouille" e

"Dar El Beida-Casablanca", insieme al musicista Simone Pulvano ed ai suoi tamburi darbuka e daff  porta nel fagotto della sua arte anni di composizione, musicoterapica e concerti. In queste quattordici tracce c'è tutto l'amore di una vita spesa nell'apprendere, studiare e capire, ma soprattutto "Les Rêves Poussent Les Voiles" con sé porta implicita l'azione più dignitosa che può compiere un artista: donare.

Noi? I doni li accettiamo, la nostra musica è uno scrigno ed un gioiello in più ne può solo aumentare il valore.

Nicola Tenani 2010

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